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2.1.5 Elementi pericolosi




  • Apparecchiature di supporto
    • Presso gli scambi di uscita alla stazione di Cattolica, nell’agosto del 1996, un treno merci rimase bloccato a causa del deragliamento di due carri, che occuparono la sede del binario attiguo, interrompendo la circolazione per circa cinque ore. La probabile rottura della balestra del primo carro deragliato è stata all’origine dell’incidente.
  • Apparecchiature di trazione
    • Il 3 gennaio 2006, su un ETR 480, dopo pochi minuti dalla fine del servizio viaggiatori, nella stazione di Roma Termini, il macchinista sentì una fortissima esplosione proveniente dalla cabina AT della locomotiva di coda. La violenta esplosione aveva scardinato la porta blindata della cabina AT e divelto alcuni pannelli del corridoio. Sono risultati evidenti i segni di una scarica elettrica di bassa intensità e di una fortissima onda d’urto, per lo spostamento d’aria, che ha interessato il corridoio e l’intercomunicante. Le cause dell’esplosione non sono chiare ma le ricerche si sono concentrate sull’interruttore rapido (di particolare concezione per l’uso di un gas spegni arco) e su un condensatore filtro che risultò danneggiato.
    • Eventi di questo tipo sono certamente preoccupanti per le conseguenze che possono causare a viaggiatori e addetti sia in caso di esplosione che per l’eventuale presenza di sostanze tossico-nocive all’interno delle apparecchiature elettriche interessante.
  • Apparecchiature d’alimentazione ausiliaria
  • Apparecchiature pneumatica
  • Apparecchiature di condotta manuale per operatori
  • Sistemi di comando delle porte
    • Piacenza, 26 maggio 2018, una viaggiatrice canadese ha subito l’amputazione di una gamba dopo essere caduta dal treno Frecciabianca 8810 tra il secondo e il terzo binario in partenza dalla stazione di Piacenza. Il treno, partito da Bari e diretto a Milano, secondo quanto spiegato da Trenitalia aveva il sistema di “lateralizzazione”, cioè il dispositivo di controllo della chiusura di tutte le porte del treno, guasto.
  • Sistemi di immobilizzazione in stazione
  • Apparecchiature in bordo veicolo
    • 9 febbraio 1986: in una giornata soleggiata, avvenne a Ciriè (TO) lo scontro tra due treni pendolari, l’uno proveniente da Torino, l’altro una ALn 668) fermo al segnale di protezione della stazione di Ciriè (ove doveva avvenire l’incrocio). Il treno investitore s’incastrò tra le lamiere dell’automotrice, che venne sospinta all’indietro di un centinaio di metri. Dalle indagini emerse che il treno proveniente da Torino aveva “volato” la fermata e l’incrocio a ciriè, ma non per negligenza del PdM, bensì a causa di un malore che aveva colpito il macchinista (agente unico) ed il capotreno. All’origine del malore ci furono le esalazioni proveniente dal difettoso impianto di riscaldamento del locomotore. Il bilancio dell’incidente fu di una sessantina di feriti.

APPARECCHIATURA DI FRENATURA

Un incidente dovuto al guasto del sistema frenante è avvenuto sulla Torino–Modane nel maggio del 2006: un locomotore con tre carri di una società privata (impegnata in lavori nel tunnel del Fréjus) ha percorso i 30 km di discesa da Bardonecchia a Chiomonte praticamente senza freni, con la velocità del convoglio che andava aumentando, fino ad un massimo stimato in 120 km/h. All’origine dell’incidente c’è stato sicuramente un problema all’impianto frenante che collega il locomotore (badone) al resto del convoglio, che avrebbe dovuto essere ricoverato in deposito a Bardonecchia; tuttavia, la causa scatenante potrebbe essere stata la noncuranza del preposto al collegamento dell’impianto frenante dei tre carri, che non avrebbe eseguito al meglio l’operazione. Il macchinista, dopo aver provato invano a rallentare il convoglio ed essersi reso conto dell’inesorabilità della situazione, ha lanciato l’allarme e si è gettato dal treno, ma, colpendo con la testa la ringhiera di un ponte, è morto sul colpo.
Dal momento che il treno non avrebbe dovuto percorrere quel tratto di linea, le normali regole dell’attività ferroviaria non sono state rispettate; per fortuna, nonostante il passaggio su due PL aperti, l’incrocio con un passeggeri partito poco prima dalla affollata stazione di Chiomonte, il treno “impazzito” non ha fatto altre vittime. D’altro canto, prima di fermarsi, ha seminato distruzione e danni alla massicciata, alla linea elettrica e al territorio circostante. Due dei tre carri si sono staccati e sono deragliati in tempi diversi. In stazione (che nel frattempo si era svuotata), il materiale trasportato sul carro superstite ha sollevato le pietre come proiettili, ferendo due passanti sulla vicina strada. Appena dopo la stazione il badone ha preso fuoco e si è fermato. L’immagine a lato, tratta da www.lastampa.it, riassume l’evento descritto.

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