INDICE GENERALE / 2 L’INCIDENTALITA’ NEI SISTEMI A GUIDA VINCOLATA E NEL TRASPORTO FERROVIARIO/2.1 L’INCIDENTALITÀ NEI SISTEMI A GUIDA VINCOLATA
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2.1.4 Tipi di pericoli
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L’8 aprile 1986, nei pressi di Crevalcore, più o meno nel punto del terribile incidente del gennaio del 2005, si verificò il deragliamento dell’espresso 288 Roma – Brennero, causato, almeno secondo gli accertamenti dei tecnici delle FS, da un cedimento della massicciata indotto da uno smottamento a sua volta provocato da infiltrazioni d’acqua seguenti alle ingenti piogge dei giorni precedenti. L’incidente, per onore di cronaca, fu comunque incruento: nessuno rimase ferito gravemente, dato che il locomotore e le prime carrozze di testa si adagiarono su un fianco. (Fonte: La Repubblica; L’Eco di Bergamo). |
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Lecco, 10 settembre 2014 - Fulmini e saette sui pendolari lecchesi. |
Il 16 maggio 2004 sulla Genova – Torino, nei pressi di Serravalle Scrivia (AL), si verificò il deragliamento dell’IR 2050. Nel punto dell’incidente erano stati da poco eseguiti lavori di manutenzione della linea (rinnovamento del binario, sostituzione delle traverse e delle rotaie e ricarico di pietrisco) e pare che il macchinista, notando qualcosa di inusuale, forse nell’assetto delle rotaie, abbia eseguito la frenatura rapida, aumentando così gli effetti negativi del passaggio del treno sul punto incriminato.
A tal proposito si ricorda che la legge con cui si dilata una rotaia al variare della temperatura è rappresentata da: L=Lo·(1+α·ΔT), dove Lo è la lunghezza alla temperatura di riferimento, ΔT la variazione di temperatura e α il coefficiente di dilatazione termica che, nel caso dell’acciaio laminato usato per le rotaie, può assumersi tra 11.5 · 10 -6 e 12 · 10 -6. Considerato che la massima variazione di temperatura è 70° (-10° la minima e 60° la massima), la massima dilatazione è dell’ordine di 0.8-0.84 mm per ogni metro di rotaia. Numerose ed accurate prove sperimentali testimoniano che un binario realizzato a “regola d’arte” può sopportare variazioni termiche fino a 35° senza alcun problema. |
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Nel 1960, nei pressi della stazione di Monza, si verificò un terribile incidente, tra le cui cause si annovera anche la nebbia. Da circa tre mesi all'ingresso della stazione erano in corso dei lavori per la costruzione di un cavalcavia su una strada provinciale: la linea era stata deviata su un raccordo provvisorio con tre curve di raggio pari a 150 m. Tale deviazione era regolarmente protetta da un rallentamento a 10 km/h, segnalato da vela rombica a 1300 m e da vela rettangolare a 300 m di distanza. Il giorno della tragedia gravava sulla zona una fitta nebbia ed il casellante, per segnalare l'approssimarsi del rallentamento, pose sui binari tre petardi a 25 m di distanza l'uno dall'altro. Il treno, che aveva alcuni minuti di ritardo, superò invece la stazione di Arcore a circa 90 km/h ed affrontò la deviazione senza rallentare: il deragliamento fu immediato. Il lato destro della locomotiva andò a cozzare contro il muro di cinta di un lanificio, proseguendo poi la corsa lungo la massicciata; quattro vetture uscirono dai binari rovesciandosi, il bagagliaio ed un'altra vettura volarono dal cavalcavia sul sottostante viale. Morirono 17 passeggeri ed uno dei due macchinisti; i feriti furono 139. (Fonte: www.macchinistisicuri.info) Anche per l’incidente del 2005 a Crevalcore (BO), lo scontro di un merci con un passeggeri, sebbene non si abbiano tuttora certezze, si ritiene la nebbia una delle possibili concause all’evento (il macchinista del convoglio passeggeri non avrebbe visto il segnale rosso proprio a causa della scarsa visibilità). |
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