Il 12 luglio 2016, tra Andria e Corato, una collisione frontale tra due treni della società Ferrotramviaria, in corsa tra i 94 e i 101 km/h, ha causato la morte di 23 persone e il ferimento di altre 57. Si tratta del più grande disastro ferroviario mai avvenuto in Puglia.
Le cause dell’incidente sono state attribuite ad errori umani, dovuti anche ad una consuetudine di non seguire rigorosamente i regolamenti e le disposizioni legate alla sicurezza ferroviaria. Sulla linea a binario unico, al momento dell’incidente, vigeva il regime di circolazione mediante blocco telefonico. La commissione d’inchiesta ha preso atto del fatto che la Direttiva 2004/49/CE inerente la sicurezza ferroviaria non era correttamente recepita a livello nazionale, consentendo deroghe alle ferrovie regionali, per tale motivo nessuna azione legale contro il gestore della linea.
A seguito dell’incidente la Direttiva è stata estesa anche alle ferrovie regionali, estendendo alle stesse anche la competenza dell’ANSF.
Già nel 2014, sulla stessa tratta, si verificò un episodio identico, in cui il capostazione di Andria concesse il via libera ad un treno in partenza, senza aver prima ottenuto il consenso dal capostazione di Corato. L’episodio venne fortunatamente classificato come “inconveniente” in quanto si riuscirono a fermare i due treni in tempo.
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