INDICE GENERALE4 SEGNALAMENTO (parte I)/4.4 SEGNALAMENTO IN LINEA

4.4.1 Generalità e definizioni sul segnalamento

Per comprendere al meglio il funzionamento dei moderni sistemi di distanziamento, è necessario introdurre il concetto di segnalamento in linea, che, insieme con gli apparati di stazione e controllo, forma il sistema di segnalamento.

Il segnalamento ferroviario ha lo scopo di fornire al macchinista (personale di macchina, PdM), da terra, opportune indicazioni, alle quali egli si deve attenere, obbedendovi nel modo più assoluto, per regolare la marcia del treno. Tali indicazioni, per essere efficaci, devono possedere determinati requisiti; in particolare, ogni indicazione fornita al PdM deve essere:

  • chiara ed univoca, in modo da non dar luogo ad equivoci. In particolare, quando il segnale può fornire più indicazioni, queste devono manifestarsi una sola per volta;
  • tempestiva, cioè deve essere percepita dal PdM con anticipo sufficiente per attuare i provvedimenti necessari a rispettare le prescrizioni relative all’indicazione stessa, prima che il treno raggiunga il punto al quale le dette prescrizioni si riferiscono.

In altre parole, il sistema di segnalamento deve consentire al personale del treno di rispettare sempre, e in senso assoluto, anche il segnale più restrittivo; non a caso, questi requisiti hanno determinato l’evoluzione tecnologica del segnalamento ferroviario di pari passo con l’incremento della velocità e del peso dei treni.

Mentre il segnalamento per le nuove linee AV, come si vedrà, è sostanzialmente unificato in Europa, quello per le linee tradizionali differisce in maniera significativa nei vari Paesi, nonostante gli sforzi a livello internazionale (UIC) per una maggiore standardizzazione di segnali e termini tecnici. In questa sede, quindi, si fa riferimento al sistema di segnalamento in uso sulla rete ferroviaria italiana.

I segnali possono essere utilizzati con i seguenti scopi:
    • proteggere le stazioni dai treni provenienti dalla piena linea (segnali di protezione);
    • autorizzare la partenza dei treni dalle stazioni per immettersi in linea (segnali di partenza);
    • suddividere la piena linea in più tratte fra una stazione e l’altra in modo da poter permettere la circolazione di più treni contemporaneamente (segnali di blocco intermedi);
    • proteggere i passaggi a livello;
    • proteggere scambi posti in piena linea;
    • proteggere punti particolari della linea soggetti a caduta di frane.


Nelle ferrovie, quindi, i segnali vengono impiegati per la protezione di punti singolari delle linee come bivi e stazioni, per il sezionamento delle linee e per comandare la partenza dei treni dalle stazioni.
Il primo nato fra i segnali ferroviari fu quello di protezione delle stazioni, seguito da quello di partenza; infatti, con il regime del consenso telefonico, forte era l’esigenza, specie nelle stazioni più grandi, di evitare di mantenere il binario di ricevimento libero dal momento della partenza del treno dalla stazione precedente.
Con il
 crescere della velocità……

Con l’aumentare della velocità risultò evidente l’impossibilità di un sicuro rispetto, da parte del macchinista, di un segnale di protezione che gli apparisse solo nel campo di diretta visibilità, specie se, in condizioni di cattivo tempo, questa fosse stata ulteriormente ridotta e, quindi, minore della distanza di frenatura.
In un primo tempo fu spostato il segnale ad un’opportuna distanza dal punto protetto e, successivamente, fu introdotto il segnale di 2° categoria, posto non immediatamente prima del punto da proteggere, ma ad una distanza tale da poter permettere il ricovero del treno dopo il segnale senza che lo stesso impegni il punto protetto.
Un altro passo importante fu quello di far precedere, a congrua distanza, il segnale di protezione da un altro segnale fisso, detto di attenzione. Esso doveva richiamare l’attenzione del macchinista sul punto in cui doveva ridurre la velocità, per fermarsi entro lo spazio utile, se il successivo segnale di protezione fosse stato a via impedita. Si trasformò quindi la tabella del segnale di attenzione in un vero e proprio segnale di avviso, manovrabile e capace di ripetere in anticipo le indicazioni del segnale principale. Quest’ultimo, definito allora esplicitamente segnale di 1° categoria, divenne da allora un segnale da non oltrepassare nel senso più assoluto in caso di segnalazione a via impedita.

Il segnale fisso, quindi, deve anzitutto fornire al macchinista l’ordine di arresto (indicazione di via impedita) e l’autorizzazione ad avanzare (indicazione di via libera) in corrispondenza di un punto singolare della linea, che può essere impegnato dal treno solo con l’autorizzazione del personale del movimento, che, per concederla, deve prendere i provvedimenti e compiere gli accertamenti prescritti dalle norme di circolazione.

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