INDICE GENERALE4 SEGNALAMENTO (parte I)/4.1 GENERALITÀ DEL DISTANZIAMENTO

4.1 Generalità del distanzaimento

Introduzione al distanziamento

La circolazione ferroviaria è regolamentata dai concetti di sicurezza relativi alla circolazione di più convogli, ovvero da un complesso di norme e precauzioni atte, in definitiva, a garantire che un convoglio si inoltri su di un determinato tratto di binario solo quando il tracciato da percorrere sia libero da altri treni, o manovre, ed a garantire anche che, mentre il treno considerato lo percorre, lo stesso tratto di binario non possa essere insidiato dal moto contemporaneo di altri treni o manovre. Questi concetti sono, in estrema sintesi, realizzati dal sistema di segnalamento.

L’esigenza di un efficace sistema di segnalamento nasce dalla necessità che la marcia dei treni avvenga con un adeguato distanziamento, necessità che è comodo spiegare operando un confronto tra circolazione stradale e circolazione ferroviaria. Il deflusso stradale, infatti, avviene con la cosiddetta marcia a vista, in cui il conducente di un’auto è il decisore e il distanziamento tra due veicoli è soggettivo (anche se si dovrebbe rispettare una minima distanza di sicurezza).
In ferrovia, invece, essenzialmente a causa della grande massa in gioco e della minore aderenza generata nel contatto ferro/ferro (ruota/rotaia), gli spazi di arresto molto lunghi e, pertanto, non è possibile impiegare (come regola) la marcia a vista; il PdM, infine, è limitato ad un ruolo soltanto esecutivo, dato che deve attenersi fedelmente ai segnali di stazione/linea.
L’impossibilità di gestire il servizio ferroviario con la marcia a vista impone come must il distanziamento; esso è garantito proprio mediante il segnalamento.

Lo spazio di arresto

Un parametro chiave nella sicurezza della circolazione ferroviaria è lo spazio d’arresto.
Ancora una volta è interessante notare come il calcolo di questo parametro sia differente per la circolazione ferroviaria da quella stradale. Mentre per quest’ultima si applica un procedimento analitico a partire dall’equazione di trazione (considerando, quando possibile, nulle le resistenze aerodinamiche e, quindi, semplificando l’equazione), per la ferrovia si preferisce adottare una formula standard proposta a suo tempo dall’UIC:
   

DOVE: 

  • sa, spazio di arresto, viene fornito in metri;
  • v, velocità di inizio frenata, deve essere inserita nella formula in km/h;
  • λ, percentuale di peso frenato, è frazionario;
  • i, livelletta della linea, deve essere inserito in ‰ e
  • Φ(v) è un coefficiente tabulato.

L’importanza dello spazio d’arresto viene confermata sapendo che la lunghezza delle sezioni in cui si suddivide una tratta di binario è calcolata proprio in virtù del massimo spazio d’arresto dei treni circolanti.

v [km/h] 70 80 90 100 110 120 130 140 160

Φ(v)

0.0611

0.0628

0.0636

0.0648

0.0667

0.0696

0.0721

0.0731

0.0755

Definizione delle sezioni e della loro lunghezza

Nelle linee a scarso traffico il distanziamento avviene normalmente tra due stazioni, mentre nelle linee più importanti è consuetudine suddividere le tratte in varie sezioni di blocco, provviste di segnali intermedi di distanziamento, detti segnali di blocco. Le stazioni formano, fra tali sezioni, una sorta di “isola”, i cui confini sono delimitati da segnali di protezione.

Ogni sezione di blocco è lunga almeno quanto la distanza di frenatura, ovvero 1200 metri fino alla velocità massima di linea di 150 km/h (160 km/h se esiste la ripetizione dei segnali in macchina).

Ogni sezione di blocco è lunga almeno quanto la distanza di frenatura, ovvero 1200 metri fino alla velocità massima di linea di 150 km/h (160 km/h se esiste la ripetizione dei segnali in macchina).

Nelle linee con velocità massima fino a 200 km/h la lunghezza delle sezioni è aumentata a 1350 metri, con intervalli tra due treni consecutivi di almeno due sezioni di blocco ovvero 2700 m, mentre in quelle con velocità massima ancora maggiore (linee AV) la distanza tra due treni è stata portata a 5.400 m, cioè mantenendo tre sezioni di blocco da 1800 metri libere.

La lunghezza delle sezioni di blocco in Italia è di 1350 m, fissata proprio in base alla velocità massima consentita sulle linee ordinarie (160 km/h con ripetizione segnali in macchina). I 1350 metri sono suddivisibili in due componenti:

  • 1200 metri, ovvero lo spazio di frenatura per i treni più veloci, ipotizzando una decelerazione media pari a 0.82 m/s2, e
  • 150 metri, ovvero la somma dello spazio corrispondente al tempo psicotecnico di reazione e dello spazio di visibilità.

Infine, si ricorda che una linea dotata di sezioni di blocco più brevi (quindi più numerose) avrà una minore velocità massima ma una maggiore potenzialità.

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